Aprire un’impresa digitale: scopri il punto di partenza di Cocobuk

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Cocobuk è un’impresa italiana nata pochi anni fa da un’idea semplice ma innovativa: creare una piattaforma che permettesse agli utenti di prenotare il proprio posto in spiaggia tramite app, e allo stesso tempo che consentisse ai gestori degli stabilimenti balneari di gestire le prenotazioni in modo semplice e intuitivo. In poco tempo Cocobuk è cresciuta fino a diventare il primo player del settore in Italia. 

Antonio Baldassarre, cofounder di Cocobuk insieme a Nicola Palumbo, ci ha raccontato quali sono stati i punti di partenza e di svolta per questa impresa, quali le difficoltà affrontate durante il lockdown e in che modo gli strumenti digitali di Microsoft 365 e GoDaddy sono stati fondamentali per gestire il lavoro in questo periodo difficile. 

Descrivici brevemente questa impresa.

Cocobuk: i fondatori
Antonio Baldassarre e Nicola Palumbo, founders di Cocobuk

“Cocobuk è un’azienda digitale che lavora nell’ambito nel settore del turismo, quindi nel settore che fa riferimento a tutto ciò che è ricezione, ospitalità, ecc. Noi ci focalizziamo verticalmente sul mondo delle strutture balneari e sul turismo estivo. 

Quello che abbiamo fatto è stato creare una piattaforma di prenotazioni relative agli stabilimenti balneari. Ciò vuol dire che abbiamo due lati del business, B2B e B2C. 

Lato B2C il cliente finale ha la possibilità di trovare, attraverso il portale web o l’applicazione, i resort che rispondo alle sue esigenze, di prenotare la soluzione che preferisce e di scegliere il posto in spiaggia sulla mappa, in modo da evitare file. 

Per quanto riguarda il lato B2B, invece, mettiamo a disposizione un software di gestione che permette ai gestori dei resort non solo di gestire la propria attività, ma anche di gestire le prenotazioni in maniera totalmente digitale. 

Qual è stato il punto di partenza di Cocobuk?

“L’idea è venuta a me, poi a partire da quella abbiamo creato un primo MVP perché volevamo testare il mercato, quindi abbiamo sviluppato un prodotto che avesse le funzionalità minime per validare le varie ipotesi che avevamo fatto. L’MVP ha avuto successo e nel 2017 abbiamo fatto un primo round di crowdfunding che è andato molto bene, dopodiché da lì in poi ogni anno abbiamo ottenuto aumenti di capitale per arrivare dove siamo oggi.”

Cocobuk: applicazioneCosa serve per aprire un’azienda di questo tipo?

“Oggi, per aprire un’azienda di questo tipo servono strumenti come Microsoft 365 o come la piattaforma di hosting di GoDaddy che aiutano a svolgere attività che in altre aziende sono svolte da team dedicati, i quali hanno competenze tecniche specifiche ma costi molto più elevati. Questi strumenti, invece, oggi consentono di scalare e testare molto più velocemente.”

Come avete sfruttato la piattaforma Microsoft 365 per far fronte al lockdown e all’emergenza sanitaria?

“Sicuramente la piattaforma ci ha aiutato nella parte più ‘delicata’ e centrale legata allo smart working e alla comunicazione, quindi per tutta la parte di scambio di comunicazioni in modalità asincrona – come può essere un’email – e in maniera sincrona, ad esempio grazie alle piattaforme Teams e OneDrive che aiutano molto nella condivisione di documenti e senza i quali sarebbe stato tutto più complicato.” 

Pensate che gli strumenti digitali offerti da GoDaddy siano importanti per mantenere vivo il business in momenti difficili come questo?

“Sono strumenti molto validi perché permettono di accedere a tool che altrimenti sarebbero difficili da gestire senza competenze specifiche, quindi aiutano anche a decentralizzare un po’. Chiunque abbia un account aziendale con GoDaddy può muoversi in maniera autonoma senza fare per forza riferimento ad un tecnico informatico e via dicendo. Da questo punto di vista, questi strumenti aiutano a scalare e ad avere una maggiore autonomia.” 

L'applicazione CocobukQuali sono state le sfide più difficili che avete dovuto affrontare fino ad oggi e qual è il punto di arrivo ideale della vostra impresa?

“Le sfide sono state tante: vanno dalla parte tecnica – quindi dal punto di vista dello sviluppo vero e proprio – alla parte commerciale e di comunicazione per far conoscere e distribuire nel modo più rapido ed efficiente possibile una soluzione digitale. C’è stata poi la parte di selezione delle risorse umane per creare una squadra che fosse allineata agli stessi obiettivi e principi.” 

“Per quanto riguarda il punto di arrivo, invece, il nostro obiettivo è quello di diventare il primo player europeo in questo settore. Siamo già il primo player nazionale e l’anno prossimo miriamo ad espanderci in Spagna e Grecia.” 

In che modo date visibilità alla vostra impresa online e quanto è stato importante avere un sito web?

“Il sito ci ha aiutato tantissimo. Devo dirlo: non puoi fare azienda oggi se non hai una vetrina digitale.” 

“A livello di visibilità, il reparto marketing si dedica ad attività in modo trasversale, dalle campagne di email marketing alle campagne social, dall’ottimizzazione SEO alle campagne SEM e via dicendo. Abbiamo una strategia a 360° multicanale che cerca di raggiungere il target in modi diversi.” 

Dai ai lettori un consiglio per aumentare la visibilità online sulla base di ciò che ha funzionato per voi.

“Il mio consiglio è quello di testare tanto. Non esiste una strategia che copre tutte quante le esigenze, o perlomeno una strategia universale. Bisogna testare, verificare e capire se la propria strategia di comunicazione è adatta al proprio target, metterla in atto il prima possibile, analizzare i dati e reiterare il processo finché non trovi la soluzione più adatta, e anche in questo caso comunque bisogna continuare a testare.”

Chiara C.
Chiara è una Web Content Specialist laureata in comunicazione digitale. Da 7 anni lavora nel mondo digital come content strategist e copywriter. Le piace scrivere, ha una passione per il dinamico mondo della comunicazione online, il rock e la pizza.