Come aprire uno studio di decorazione: la storia di Pettirosso

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Affrontare ogni progetto con entusiasmo e responsabilità

Pettirosso è una piccola impresa che si occupa di decorazioni, interior design e installazioni. Fondata da Beatrice Girardi Boschetti, Valentina Bonato e Cristina Perletti, oggi questa attività conta una sede in Italia e due all’estero e sogna di crescere. Grazie agli strumenti digitali come le piattaforme social e il sito web, è riuscita a farsi conoscere da un pubblico più ampio e a ottenere nuove collaborazioni a livello internazionale. Abbiamo chiesto alle tre fondatrici di raccontarci la storia di questa impresa e di dare qualche consiglio a chi sogna di aprire uno studio di decorazione e restauro. 

Beatrice Girardi Boschetti di Pettirosso
Beatrice Girardi Boschetti

Di che cosa si occupa Pettirosso? Qual è la sua storia e la sua filosofia? 

Pettirosso è uno studio di decoratori nato dalla collaborazione di Beatrice Girardi, Cristina Perletti, Valentina Bonato e Carlo Villa. Le tre sedi principali sono Milano, Londra e Dublino. Si occupa di decorazione su più livelli, dal privato, quali abitazioni, gallerie d’arte, al pubblico, con interventi su facciate, chiese o collaborazioni nei musei. La filosofia è affrontare ogni progetto con entusiasmo e responsabilità perché si tratta sempre di una sfida.

Quali sono i vostri consigli per aprire uno studio di Interior design, decorazione e restauro? Cosa serve, sia a livello pratico che “personale”? 

Una formazione classica nelle tecniche pittoriche affiancata da esperienza pratica in cantiere sono fondamentali per il successo di uno studio di decorazione. Oltre a ciò, è importantissima la capacità di adattarsi a diverse situazioni lavorative, soprattutto in contesto internazionale. 

Gli strumenti digital come il sito web, hanno aiutato il vostro studio a crescere e a farsi conoscere dal pubblico? In che modo li sfruttate? 

Sicuramente gli strumenti digital hanno aiutato a farci conoscere al pubblico in modo più ampio. Il nostro sito web inizialmente era stato studiato come strumento per mostrare i nostri lavori a possibili clienti in modo immediato e con la possibilità di aggiornarlo continuamente, cosa che non era possibile fare in passato con il semplice book. I clienti in questo modo si sentono liberi di guardare i nostri lavori prima di un incontro preliminare. Successivamente, ci siamo accorti che potevamo utilizzarlo non semplicemente come un “live portfolio” ma anche per ampliare la nostra clientela. L’effetto passaparola del sito collegato a Instagram è stato sorprendente: grazie a queste piattaforme siamo stati scoperti da architetti e interior designers con i quali abbiamo poi collaborato in vari progetti in Italia e all’estero.

Quali impatti ha avuto la diffusione del Coronavirus sulla vostra attività e come avete superato eventuali difficoltà? 

Durante il primo lockdown ovviamente non abbiamo potuto recarci in cantiere, per cui ci siamo dedicati alla progettazione di lavori futuri. Una volta riaperto tutto, poco alla volta siamo riusciti a completare i lavori che avevamo interrotto in concomitanza con nuovi lavori che si erano accavallati. 

La strada per aprire un’attività di successo può essere lunga. Da cosa è partito tutto e cosa vi ha ispirato? Cos’è che vi ha fatto decidere di mettervi in gioco e di aprire questa impresa? 

Le nostre storie sono simili, ma ovviamente diverse. La più grande ispirazione è stata la Scuola di decorazione Van Der Kelen di Bruxelles; Beatrice ha seguito il corso per prima e Valentina e Cristina l’hanno seguita negli anni successivi. Abbiamo poi iniziato ad aiutarci a vicenda e da lì la collaborazione, che è avvenuta in modo naturale, spontaneo. Qualche anno più tardi si è unito Carlo, giovane laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera, una ventata di entusiasmo e “modernità”.
La consapevolezza di poter trasformare una passione in un lavoro sicuramente ha dato una grande spinta alla volontà di metterci in gioco. Negli anni si acquisiscono conoscenze ed esperienza, tuttavia ogni progetto è diverso ma soprattutto unico, e rende la sfida continua.

Qual è stata un’esperienza del percorso imprenditoriale che ricordate con soddisfazione? 

Ogni esperienza è una soddisfazione, difficile sceglierne una. Alcune si evolvono più serenamente di altre più complicate. I progetti di grandi proporzioni sono sempre esperienze intense, a volte accompagnate da grande stress, ma spesso è proprio questa tensione che ci spinge a ottenere risultati bellissimi. La soddisfazione di vedere un progetto studiato su bozzetti poi effettivamente realizzato è sempre qualcosa di magico, non importa l’entità.

C’è stato un momento di svolta per Pettirosso? Qualcosa che vi ha dato quello “slancio in più” per superare eventuali difficoltà? 

In seguito a un lavoro molto importante e di lunga durata a Londra, il nostro team italiano è rimasto bloccato in Inghilterra a causa dell’eruzione del vulcano in Islanda. Il team doveva rientrare in Italia per iniziare un nuovo lavoro che non poteva assolutamente tardare, ma tutti i voli erano stati cancellati. Alla fine, con un treno Londra-Parigi e una macchina affittata per la tratta Parigi-Milano, ce l’abbiamo fatta. Può sembrare più un aneddoto “divertente” ma per noi come team ha significato una rinnovata consapevolezza della forte unione, flessibilità e senso di responsabilità: la situazione era surreale ma nessuno ha ceduto, e questo è molto importante perché un team funzioni. Per noi, il rispetto per gli altri e per il lavoro è lo “slancio in più”.

Avete un sogno per la vostra attività, uno o più obiettivi che vorreste raggiungere? 

È bello pensare in grande, ma tenere i piedi per terra, ad oggi, ha sempre premiato. L’obiettivo è crescere mantenendo l’attenzione ai dettagli, una cosa che ha sempre caratterizzato i nostri lavori. 

L’esperienza è una grande maestra. Raccontateci un errore da evitare quando si apre un’attività come la vostra, sulla base di ciò che avete imparato e di quello che non ha funzionato per voi. 

Non dar mai nulla per scontato, ogni lavoro presenta nuove sfide e l’esperienza non basta per far fronte alle difficoltà, bisogna essere flessibili e umili altrimenti non si cresce. Nel nostro campo non ci si può limitare a riproporre sempre le stesse cose e a volte bisogna uscire dalla cosiddetta “comfort zone” ed osare un po’ nelle proposte che si fanno ai clienti.

Date ai lettori un consiglio per aumentare la visibilità online sulla base di ciò che ha funzionato per voi. 

È importante non solo esporre i propri lavori online ma anche osservare cosa avviene nel mondo, non solo nel campo prettamente della decorazione. Ora come mai le diverse discipline si amalgamano, anche grazie alla velocità con cui questo avviene sul Web. Siamo sempre alla ricerca di nuove collaborazioni, non solo con nuovi clienti ma anche con altri “trades”. Per esempio, abbiamo molto a cuore alcune collaborazioni con un artista del calibro di Francesco Vezzoli, un incontro inaspettato che ha aperto nuove possibilità alla nostra esperienza decorativa.

Perché avete scelto di utilizzare gli strumenti di GoDaddy? 

Essendo una delle più grandi piattaforme mondiali di ausilio a professionisti, GoDaddy ci sta aiutando molto. Idee come questa delle GoDaddy Stories, per esempio, sono ottime per esporre ulteriormente i nostri lavori e per descriverne la vera natura.

Chiara C.
Chiara è una Web Content Specialist laureata in comunicazione digitale. Da 7 anni lavora nel mondo digital come content strategist e copywriter. Le piace scrivere, ha una passione per il dinamico mondo della comunicazione online, il rock e la pizza.