Aprire una scuola per web developer: il punto di partenza di Epicode School

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Una scuola di formazione... epica

Nonostante il 2020 sia stato un anno molto difficile per il mondo del business, nel panorama italiano si possono trovare storie di imprenditori che proprio nel pieno della pandemia hanno scelto di fare il grande passo e far nascere la loro impresa. Tra queste realtà troviamo Epicode School, scuola di specializzazione per web developer che ha deciso di puntare sulla formazione delle nuove generazioni di sviluppatori, figure professionali sempre più ricercate in un mercato in cui la digitalizzazione delle imprese è diventata una necessità evidente.

Fondata da Marco Rosci, Claudio Vaccaro, Ivan Ranza e Andrea Febbraio, Epicode School ha da poco dato il via con successo al suo primo corso e mira a diventare un punto di riferimento nel settore. 

Abbiamo incontrato Marco Rosci che ci ha raccontato com’è nata questa impresa e quali sono i suoi obiettivi. Con l’occasione, Marco ha dato anche qualche consiglio a chi sogna di aprire una startup nel mondo della formazione.  

Di che cosa si occupa Epicode School e qual è la sua storia?

Epicode School: i fondatori
Claudio Vaccaro, Ivan Ranza, Marco Rosci e Andrea Febbraio

Epicode è la rivoluzionaria scuola di specializzazione che forma le generazioni attuali e future di web developer attraverso “bootcamp” online intensivi di 3 mesi che forniscono da un lato gli specialisti di cui le aziende hanno bisogno per sostenere il processo di trasformazione digitale, e dall’altro garantendo a tanti giovani talenti il futuro solido e stimolante che meritano. 

Il progetto nasce nel 2020, nel pieno della pandemia e nel momento di maggiore pessimismo sociale degli ultimi decenni, grazie al sodalizio professionale dei quattro soci fondatori: Claudio Vaccaro (ex Founder di BizUp, imprenditore e Angel Investor), Ivan Ranza (ex Direttore Generale de Il Sole 24 Ore e una lunga esperienza manageriale nelle più importanti media&tech company), Andrea Febbraio (imprenditore digital e investitore premiato come Business Angel dell’anno 2020) e me (ex Direttore Marketing di Rome Business School e di Philmark Group, oltre che co-fondatore di alcune realtà digital italiane). 

Ci siamo resi conto che l’accelerazione tecnologica generata dal Covid-19 non aveva fatto altro che aumentare quel gap tra il numero di progetti di trasformazione digitale necessari a sostenere la crescita del Paese e la forza lavoro richiesta per realizzarli

Per essere più chiari: su oltre 100.000 posizioni aperte in ambito ICT, ben 30.000 rimangono scoperte.
Cercando insieme una soluzione a questa vera e propria emergenza, abbiamo deciso di puntare sull’unico vero driver in grado di garantire un impatto immediato e sostenibile nel tempo: la formazione.
Abbiamo studiato il modello americano del “bootcamp” e lo abbiamo adattato ad un modello nuovo, pratico, e altamente personalizzato: siamo convinti di aver trovato la chiave per mettere a fattor comune qualità didattica, apprendimento esponenziale, esperienza personalizzata e sviluppo di competenze subito spendibili sul mondo del lavoro… perché il lavoro agli studenti lo troviamo noi.

Nel giro di poco più di due mesi abbiamo raggiunto obiettivi che non pensavamo di conseguire in così poco tempo: a novembre il progetto è partito e in un mese e mezzo siamo riusciti a raggiungere il sold-out nella prima classe partita il 18 gennaio 2021, costruendo un team meraviglioso di 10 persone che credono nel progetto tanto quanto noi.

Cosa serve per aprire una scuola per programmatori come la vostra e farla crescere?

Epicode School: il sitoAvviare un progetto ambizioso come Epicode è difficile quanto stimolante: il settore tecnologico presenta tante insidie, cicli di vita accelerati e cambiamenti repentini. Non a caso circa il 95% delle startup non sopravvive al primo anno. 

L’idea deve essere solida ma flessibile e il modello di business validato dal mercato, ma ciò che conta veramente è l’execution

Per questo abbiamo deciso di coinvolgere da subito collaboratori e partner di primissima fascia, che hanno contribuito a costruire le basi qualitative e valoriali di un progetto che si propone di generare un impatto diretto sull’occupazione e sulla crescita del Paese.

Poi, come spesso accade, sul mercato non si è mai soli, per fortuna. La nostra sfida è stata quindi quella di lavorare da subito su un’identità forte e posizionante, investendo molto tempo e risorse sullo sviluppo di un brand innovativo, super digital e fuori dagli schemi: in fondo parliamo alla Generazione Z, e catturare la loro attenzione al giorno d’oggi è tutt’altro che semplice.

Gli strumenti digital come il sito web, hanno aiutato la vostra attività a crescere e a farsi conoscere?

Essendo una realtà 100% digital, abbiamo dovuto sfruttare gli strumenti digitali al 110%. Tuttavia, oggi nessuna attività può permettersi di non coltivare e curare la propria identità digitale, indipendentemente da modello di business, target e prodotto offerto. Il 2020 su questo ci ha insegnato tanto: dopo la grande emergenza Covid-19 molte aziende sono riuscite a sopravvivere meglio di altre, altre addirittura a innovarsi e crescere, perché?
Imprese in grado di riprendersi dalla crisi e guardare al futuro, perché adattabili, flessibili, innovative e soprattutto… digital! Queste attività hanno intrapreso una trasformazione digitale, in tutti i settori, anche quelli considerati tradizionali o lontani dal mondo della tecnologia. Digitalizzare non vuol dire solo fare uso del social più in voga o avere un sito internet, ma puntare sull’innovazione strategica del modello di business, considerando il digital un vero e proprio asset e non un mero strumento commerciale.

La diffusione del Coronavirus ha avuto degli impatti sulla vostra attività? In che modo e come avete superato eventuali difficoltà?

Epicode School: una lezioneParadossalmente il Coronavirus ha giocato un ruolo importantissimo nella storia di Epicode: ci ha dato il coraggio e la forza di nascere, spinti dalla motivazione di offrire il nostro contribuito diretto alla rinascita del Paese. Credo che i momenti collettivi più difficili creino un senso di chiusura e protezione personale, ma anche un fortissimo senso di responsabilità: e noi siamo pronti ad accogliere tanti giovani che ripongono in noi la loro fiducia e le loro più grandi aspettative sul futuro. Penso che non ci sia nulla di più realizzante in un momento così.

Abbiamo deciso di lavorare molto sulla loro crescita personale oltre che professionale, perché il successo è definito da chi sei e non da quello che sai fare, e vogliamo che la formazione cambi la vita di tante persone, proprio come ha cambiato la nostra.

Le difficoltà ovviamente sono tante, soprattutto in un periodo come questo… parliamo ogni giorno con decine di ragazzi che hanno voglia di crescere e di aprirsi a nuove prospettive, ma non sanno in che direzione guardare. La nostra ambizione è quella di cambiare la loro prospettiva, siamo in un momento storico in cui abbiamo un’infinita possibilità di scelta, e spesso rimaniamo bloccati proprio per quello. Noi vogliamo offrirne una, chiara, solida e a prova di futuro. 

Quale pensate sia stato un punto di partenza per la vostra attività? 

Sicuramente non avremmo avviato un progetto del genere senza affiatamento totale e unione d’intenti dei soci fondatori. Abbiamo riscontrato sin da subito una complementarietà caratteriale e professionale che ancora oggi ritengo sia il nostro vero segreto. Mi sembra di lavorare con loro da anni: Claudio ha uno spirito imprenditoriale e una visione del business che ho visto in pochissime persone nella mia vita, Ivan ha un’incredibile capacità manageriale che ci fornisce la direzione in ogni nostra scelta cruciale, e Andrea conosce il mondo del digital e delle startup più di ogni altro in Italia e non solo… con queste premesse abbiamo il dovere e la responsabilità di costruire qualcosa di EPICO.

Quale è stato un punto di svolta per la vostra impresa?

Voglio raccontarvi i punti di svolta dal mio personale punto di vista. Dopo tante call per validare il mercato, modello di business e soprattutto l’idea, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo chiesti: lo vogliamo fare veramente? E in quel momento io ho deciso di compiere quello che nel mondo dell’imprenditoria è chiamato “act of faith”: lascio il mio lavoro “sicuro” in piena pandemia, senza alcuna certezza sulla riuscita del progetto… molte persone intorno a me l’hanno considerata una scelta folle. 

Epicode School: momento di pausaSpero che l’atto di fiducia verso i miei soci abbia contribuito a lanciarci a capofitto sulla realizzazione di quello in cui tutti noi crediamo, e a distanza di pochi mesi posso dire di aver fatto una delle scelte più azzeccate della mia vita.

Il secondo punto di svolta per me è rappresentato da un altro atto di fede: quello verso i nostri studenti. Crediamo così tanto nel talento che abbiamo deciso di dividere il rischio imprenditoriale con loro. È così che è nata la formula con cui ci stiamo affermando sul mercato: ogni studente paga solo metà corso, l’altra metà dovrà pagarla solo se gli troviamo noi lavoro. Un’altra follia: rischiamo il 50% del nostro fatturato, ma crediamo così tanto nella loro motivazione e voglia di costruirsi un futuro, che non abbiamo paura a puntare su di loro. Ve l’avevo detto che siamo fuori dagli schemi…

Raccontateci un errore da evitare quando si apre un’attività come una scuola per developer, sulla base della vostra esperienza e di quello che non ha funzionato per voi.

Di errori nella nostra vita imprenditoriale ne abbiamo fatti tanti, ognuno di noi… ed è proprio per questo che in Epicode stiamo facendo tesoro di tutte le nostre esperienze pregresse per raggiungere l’apice della nostra maturità professionale. Ancora è un po’ presto per parlare di successi ed errori, ma un consiglio voglio lasciarvelo: nelle scelte imprenditoriali non lasciatevi guidare solo da quello che VOI crediate sia giusto. Il mercato è una scienza, e va studiata. Vi faccio un esempio pratico: io non avrei mai scelto una linea di comunicazione così disruptive per una scuola di formazione, ma il target non sono io, non deve catturare me. Il nostro approccio è quello di un continuo “test & learn”: proviamo, analizziamo, impariamo e modifichiamo le nostre strategie.

Date ai lettori un consiglio per aumentare la visibilità online sulla base di ciò che ha funzionato per voi.

Il digital ormai è un mondo tanto complesso quanto quello reale, e di conseguenza dobbiamo imparare a farci i conti. La sua complessità ha però anche un vantaggio enorme che, purtroppo, ancora tanti ignorano: la quantità infinita di dati che ci mette a disposizione

Partiamo da un concetto fondamentale: senza dati, le decisioni strategiche sono solo ipotesi. Invece, le informazioni contenute nei dati rendono ogni decisione informata e mirata. Ogni azienda è già in possesso di questo valore perché attraverso i propri flussi genera e riceve quantità enormi di dati ogni giorno (dal web ai sensori), solo che la maggior parte delle imprese non riesce a interpretarli e quindi a sfruttarne il potenziale. Imparate a raccogliere, analizzare e sfruttare al meglio i dati: vi insegneranno a conoscere meglio la vostra azienda, il vostro target e il mercato in cui vi battete.

Perché avete scelto GoDaddy?

Una delle strategie che abbiamo adottato sin dall’inizio è stata quella di scegliere i fornitori, i collaboratori e i partner migliori nel loro campo per settare uno standard qualitativo in linea con gli obiettivi ambiziosi che ci siamo prefissati. Essendo una società 100% digital, la nostra infrastruttura tecnologica ha bisogno di massima solidità e autorevolezza, e non potevamo non scegliere GoDaddy come partner a cui affidare il nostro mondo digitale :)

Chiara C.
Chiara è una Web Content Specialist laureata in comunicazione digitale. Da 7 anni lavora nel mondo digital come content strategist e copywriter. Le piace scrivere, ha una passione per il dinamico mondo della comunicazione online, il rock e la pizza.