Made in Italy: il digitale, un posto sicuro in un mondo incerto
L’emergenza Coronavirus ha stravolto il mondo, ma in questo scenario di incertezza, sempre più aziende stanno trovando nel digitale un luogo sicuro per progettare il futuro.
Il tessuto imprenditoriale italiano è un puzzle variegato di piccole e medie imprese. Le eccellenze artigianali nascono spesso da piccole botteghe, ma alcune volte spiccano il volo ed oggi più che mai, grazie al digitale, possono diventare grandi firme del Made in Italy.
L’emergenza COVID-19 ha sollevato nuovamente la questione della digital transformation e si è giunti alla conclusione che anche il nostro Paese, detentore della qualità assoluta che solo il Made in Italy possiede, dovrà attuare questa conversione prima che sia troppo tardi.
La consapevolezza a cui devono arrivare oggi le micro imprese, che rappresentano il 95% delle imprese italiane, è che non esistono piani B. Esistono solo aziende che sceglieranno di modificare la loro visione strategica ed aziende che verranno spazzate via dal mercato.
Perché digitalizzarsi?
Secondo un’indagine commissionata da Google e condotta dalla Doxa, la più importante azienda italiana di ricerche di mercato, emerge che la digitalizzazione fa crescere (anche nel breve periodo) fatturato, export ed e-commerce.
Più nel dettaglio, da un campione analizzato di 374 imprenditori di piccole e medie imprese è emerso che, dopo aver preso parte al progetto di digitalizzazione, il 68% ha ottenuto evidenti risultati di crescita. Non è tutto: il 33% degli intervistati ha dichiarato, ad esempio, di aver aumentato il numero di clienti, mentre il 19% ha visto incrementare il fatturato e il 27% il numero di esportazioni.
Risultati alla mano, dunque, è chiaro come la digital transformation influisca positivamente anche sull’esportazione delle eccellenze, in Italia ed all’estero. In particolare, col crescere della cosiddetta “maturità digitale”, aumenta la percentuale di PMI che allacciano connessioni (internazionali e non) di vario genere.
Qual è il futuro degli acquisti online?
L’e-commerce è stato considerato per anni un canale di secondaria importanza, ma oggi, complice lo scenario di repentino e inatteso cambiamento causato dal COVID-19, rappresenta un asset fondamentale per le strategie di vendita rivolte ai consumatori.
Secondo una recente indagine di Nielsen, tra le analytics company più autorevoli al mondo, il 98% degli utenti web che hanno acquistato su piattaforme digitali durante il periodo del lockdown, continuerà a farlo anche al termine della pandemia.
Gli esperti della stessa compagnia hanno affermato che oggi stiamo vivendo un’anticipazione del futuro. La crescita del mercato e-commerce durante il lockdown, ha subito un balzo in avanti di almeno cinque anni. Si stima così che a chiusura del 2020, la crescita del commercio elettronico segnerà un +26%.
Le storie di chi ce l’ha fatta
Il momento che stiamo attraversando è complesso, certo, e non tutti ancora sono riusciti a gestirlo, ma tanti altri sì ed altrettanti lo stanno facendo in questi giorni, in queste ore. Come del resto dimostrano le storie che sto per raccontarvi.
Tre storie esemplari, per certi versi diverse tra loro ma con una radice comune, quella di sapersi reinventare. Tre esperienze di aziende che hanno ridisegnato la loro visione in ottica digitale. E ce l’hanno fatta.
1. E. Marinella

Sin dalla sua fondazione 107 anni fa, l’azienda di cravatte più celebre al mondo ha dato valore alla centralità del cliente, al rapporto umano e diretto con lui. Il segreto dietro al successo di questo brand è da sempre l’attenzione alla customer experience, che nel loro caso passa attraverso accoglienza, attenzione ai dettagli e alle materie prime.
Dal 1914 ad oggi, però, il mercato è radicalmente cambiato, e durante il primo lockdown la famiglia Marinella ha deciso di aprirsi per la prima volta alla vendita online. Così ho chiesto ad Alessandro Marinella, quarta generazione e brand manager dell’azienda, cosa ha rappresentato per loro questo passo. La sua risposta offre diversi spunti di riflessione:
“Oggi il digitale rappresenta un nuovo cambiamento che, ovviamente, non potevamo non accogliere. La cosa importante è accettare il cambiamento e personalizzarlo su quello che Marinella è, sui suoi valori e sulle sue tradizioni, tenendo conto che il digitale non significa necessariamente distacco e distanza dal cliente, ma un differente modo di comunicare e di rapportarsi. È semplicemente un mezzo differente, non migliore o peggiore.
La mia sfida è rappresentata dal portare avanti una nuova comunicazione, nuovi canali di vendita, senza snaturare ciò che siamo. Trovare un modo per rendere, anche in questo caso, il cliente al centro dei nostri servizi, facendolo sentire seguito e accompagnato in ogni passo, solo in modo diverso.
Sono fiducioso. So che potremo continuare a fare bene e che i nostri clienti apprezzeranno questo nuovo cambiamento, soprattutto i giovani che si sentiranno più coinvolti e che vedranno che Marinella sa parlare anche la loro lingua”.
2. Gelateria Matteo
Una gelateria aperta negli anni 60, il gusto inimitabile della frutta fresca e le antiche ricette del nonno… possono diventare digitali?
La storia di Gelateria Matteo nasce dal sogno di un artigiano che decide che il suo locale è troppo stretto e che è arrivata l’ora di guardare oltre.
Questa azienda ha saputo cogliere le opportunità offerte dal digitale e trasformarsi in un business internazionale. Oggi l’azienda produce 240.000 kg di gelato artigianale l’anno, permettendo al raffinato valore del ‘Made in Italy’ di arrivare nelle case di tutto il mondo.
All’epoca della fondazione della gelateria, Nonno Matteo inventò la frutta ripiena di gelato: un prodotto fresco originale molto richiesto da ristoranti (e golosi) del territorio. Oggi, grazie all’apertura di un e-commerce, questa gustosa creazione ha superato i confini locali e nazionali.
Uno dei vantaggi principali di avere un e-commerce è la possibilità di profilare gli utenti e le loro preferenze, in modo da inviare offerte mirate e sconti personalizzati tramite newsletter.
Come per ogni buon gelataio, anche per un negozio online è indispensabile conoscere i gusti dei propri clienti.
3. Your Dream Italy

Una coppia che ha dato vita ad un’attività professionale con una stampante e un piccolo deposito sotto casa. Oggi è un’impresa che esporta all’estero, soprattutto in Europa e negli USA. Nel 2011 Maria Gabriella Russo, dopo la nascita del primo figlio, ha fondato insieme al marito You Dream Italy, una boutique online con i migliori prodotti tipici del settore food.
Oggi il 70% del loro mercato è estero, con migliaia di ordini provenienti da paesi come Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Germania, ma non mancano richieste anche dagli Stati Uniti. I prodotti più venduti in assoluto sono farina, pomodori e olio extravergine d’oliva.
Ciò che ha fatto la differenza per questa coppia è stata la conoscenza delle lingue, perché il mercato ad un certo punto è diventato globale. Sono arrivate richieste dalla Gran Bretagna e dalla Francia e se non avessero conosciuto l’inglese, non avrebbero potuto evadere gli ordini.
Conclusione
Uno studio commissionato da eBay ha rilevato il “desiderio di imprenditorialità” dei millennials italiani: così è emerso che 7 su 10 desiderano diventare imprenditori, e tra di loro il 61% vuole attuare la sua idea di business attraverso un e-commerce. Le idee, dunque, non mancano. E se vengono coadiuvate da una buona dose di determinazione, formazione specifica e (perché no?) anche ad un pizzico di fortuna… Your table is ready!