Vita da nomadi digitali: chi sono, storia e mete migliori per lavorare viaggiando
Ammettilo, anche a te è capitato di rientrare dalle vacanze e, colto da quella spiacevole sensazione che è la malinconia da rientro, ti sei detto: “quanto sarebbe bello poter lavorare stando al mare/in montagna/inserisci qui la meta dei tuoi sogni”. Bene, allora forse la vita da nomade digitale potrebbe fare al caso tuo.
Comparso già a partire dai decenni scorsi, dagli anni Duemila il nomadismo digitale si è diffuso sempre più e ha visto un boom soprattutto dopo la pandemia da Covid-19 e il relativo lockdown. La necessità di rispettare il distanziamento sociale ha portato infatti molte aziende e liberi professionisti a sperimentare per la prima volta il lavoro da remoto e, nonostante ci sia chi preferisce comunque tornare in ufficio, c’è invece chi ha capito che gli strumenti digitali gli consentono di scegliere liberamente il luogo da cui lavorare.
La rete Internet, le applicazioni per videoconferenze e messaggistica istantanea come Skype, gli smartphone, i tool per la collaborazione da remoto e l’archiviazione su cloud come Microsoft 365 e strumenti che permettono di creare contenuti accattivanti da qualsiasi parte del mondo come GoDaddy Studio, hanno ormai accorciato le distanze e permettono di lavorare anche dall’estero senza difficoltà.
La vita da nomade digitale è il sogno di molti, ma come ogni cosa nasconde dei pro e dei contro. Se hai sognato più di qualche volta di lasciare la monotonia dell’ufficio o della città per vedere posti nuovi in giro per il mondo, la strada del lavoro “nomade” potrebbe essere un’alternativa da prendere in considerazione. Ma chi sono i nomadi digitali? Quali sono i luoghi migliori per lavorare da remoto? Che tipo di lavori si possono fare in questa modalità? E quali strumenti sono necessari? Abbiamo risposto a tutte queste domande nell’infografica che puoi vedere qui sotto: