PMI italiane e digitalizzazione: ecco il PMI Digital Index 2020 di GoDaddy

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Le imprese ricorrono di più agli strumenti digital

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Un livello di digitalizzazione lievemente aumentato rispetto all’anno scorso (anche se ancora insufficiente) e una buona capacità di reagire al lockdown ricorrendo ai servizi digital: sono questi i primi due macro-aspetti che emergono leggendo il report PMI Digital Index 2020 stilato da GoDaddy; ma i dati interessanti sono molti. 

Per il secondo anno consecutivo noi di GoDaddy abbiamo realizzato – in collaborazione con Alkemy – una ricerca che ha coinvolto 4.000 PMI italiane per fotografare il grado di maturità digitale delle imprese del Bel Paese. Oltre ad osservare l’evoluzione digitale rispetto all’anno precedente, quest’anno il report si è arricchito di un nuovo filone che ha analizzato la reattività digitale delle micro imprese durante l’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19, che ha costretto molte “saracinesche” a chiudere al pubblico. 

Scopriamo di più sui due filoni del PMI Digital Index 2020. 

Variazione della maturità digitale delle PMI italiane

L’analisi è stata svolta su 4.000 imprese diffuse in tutta la Penisola e ha preso in considerazione 120 parametri raggruppati in tre dimensioni principali: 

  1. Digital Presence Quality: dimensione che misura aspetti tecnici della presenza online delle imprese.
  2. Reputation Index: dimensione che valuta la popolarità digitale dell’azienda.
  3. Digital Marketing Index: dimensione che misura le azioni di visibilità digitale messe in atto dall’azienda.

Scendendo più nel dettaglio, sono state analizzate le variazioni riguardanti 8 pilastri del posizionamento digitale: 

  1. Aggiornamento del sito
  2. Ottimizzazione mobile
  3. Aspetto tecnico
  4. Social Networking
  5. Display Advertising
  6. Search Marketing
  7. Presenza Locale
  8. Data Analytics

Il primo dato emerso dal PMI Digital Index 2020 è il grado di digitalizzazione aggregato delle PMI italiane che si attesta a 56/100, ossia due punti in più rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2019, però, ci sono state delle variazioni positive solamente per due delle tre dimensioni principali sopra citate:

  • Digital Presence Quality: la qualità della presenza online è cresciuta di 11 punti percentuali passando dal 45% del 2019 al 56% nel 2020, soprattutto grazie alla migliore struttura del sito, al posizionamento SEO e alla creazione di una versione del sito mobile correttamente funzionante. 
  • Digital Marketing Index: migliorano le performance anche per questa dimensione, che registra il 43% contro il 33% del 2019. L’aumento di 10 punti percentuali è legato soprattutto ad un più ampio impiego di strumenti come Display Ads e di servizi di Web Analytics.
  • Reputation Index: si registra invece un calo (dal 17% del 2019 al 10% del 2020) per l’indice della popolarità della presenza digitale delle imprese. Questa flessione è dovuta soprattutto alla diminuzione delle interazioni con le pagine social delle PMI. 

Trasformazione digitale durante il lockdown: le micro imprese

Quest’anno il PMI Digital Index 2020 propone un approfondimento sulle micro imprese italiane e l’emergenza sanitaria relativa al COVID-19. La chiusura delle attività al pubblico ha spinto le cosiddette “saracinesche” a cercare canali digitali alternativi per garantire la continuità e la sopravvivenza dell’attività economica in totale sicurezza. 

L’analisi ha coinvolto un panel di 305 micro imprese con meno di 10 dipendenti e fatturato medio di 200.000 € appartenenti ai settori della ristorazione, del commercio al dettaglio e degli studi professionali. L’analisi “Trasformazione digitale durante il lockdown: le micro imprese italiane” si è focalizzata dunque sulle micro aziende con sito web rilevabile e si declina su 4 aree di impatto: digital sales, delivery, comunicazione e performance

Ne è emerso il seguente quadro:

  • Solo il 41% delle micro aziende è presente online con un sito web “vetrina” rilevabile tramite i motori di ricerca. Di queste, solo il 27% riesce ad attrarre volumi di traffico rilevanti sul proprio sito web, registrando più di 500 visite al mese.
  • Nonostante il basso grado di digitalizzazione, durante il lockdown queste stesse micro imprese hanno mostrato capacità di reazione e una buona attività di sviluppo e creazione di servizi digitali per rimanere in contatto con i proprio clienti e conquistarne di nuovi: il 20% delle “saracinesche” con una presenza web rilevabile ha attivato servizi di vendita online e servizi di delivery, soprattutto nel settore della ristorazione. 

Per approfondire i dati ed aspetti interessanti emersi dalla ricerca svolta da GoDaddy,  scarica gratuitamente il PMI Digital Index 2020. 


Gianluca Stamerra
, Regional Director di GoDaddy per Italia, Spagna e Francia, osserva: “L’analisi condotta sulle micro imprese durante il periodo di emergenza sanitaria mostra che solo pochi casi virtuosi (10%) hanno attivato investimenti significativi durante il periodo di lockdown. Allo stesso tempo, il fatto che il 63% delle piccole aziende riesca a generare meno di 500 visite mensili sul proprio sito web dimostra che esiste un enorme potenziale di miglioramento: ossia adottare strumenti per migliorare la visibilità dei loro siti vetrina, al fine di essere trovati su Internet e supportare efficacemente il business. GoDaddy è pronta a supportare le PMI in questo processo di digitalizzazione, fornendo una suite di servizi che consente di impostare un sito Web e dargli visibilità, fornendo allo stesso tempo strumenti di marketing”.

GoDaddy al fianco delle piccole imprese con la School of Digital. 

Per rimanere vicino alle imprese in questo anno difficile, GoDaddy ha lanciato una nuova iniziativa in collaborazione con Microsoft Italia e Ninja Academy: la GoDaddy School of Digital. Si tratta di una “scuola del digitale” gratuita che ha l’obiettivo di fornire strumenti e competenze nell’ambito del Digital Marketing, per colmare il divario digitale e favorire una ripresa dalla crisi il più veloce possibile.